N. 12 Gennaio - Marzo 2010

 

 

 

Fausto Bertinotti commenta le recenti elezioni francesi ed italiane e presenta il numero 12 della rivista

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QUELLO SCIOPERO DEL PRIMO MARZO
Rosarno. Quel che lì è accaduto, in un giorno di gennaio del 2010, è enorme. Non è solo un fatto che interroga la politica; questo è tanto ovvio, quanto è desolante la povertà delle risposte ottenute. Quel che è accaduto chiederebbe un cambiamento profondo della politica della sinistra sociale e politica: un fatto che propone drammaticamente l’esigenza di una svolta nel suo modo di pensare e di agire, nel suo modo di leggere la realtà sociale del Paese e i suoi protagonisti.
FAUSTO BERTINOTTI

 

IL RUOLO E LE RESPONSABILITÀ CHE GRAVANO SULLA FIOM
La vertenza sul rinnovo del contratto nazionale di lavoro è ancora in corso ed è uno snodo decisivo per il futuro delle relazioni sindacali nel nostro Paese. Direi anzi che dall’esito di questa mobilitazione dipendono la possibilità di avere nei prossimi anni ancora un contratto nazionale e la possibilità di mantenere una soggettività dei lavoratori e delle lavoratrici all’interno dei luoghi di lavoro.
GIORGIO AIRAUDO

 

MIGRANTI, RAZZISMO E LEGISLAZIONE. COME USCIRE DALL’ACCERCHIAMENTO
I recenti fatti di Rosarno acquistano una straordinaria valenza nella storia recente dell’immigrazione in Italia. Segnano un punto di svolta anche nella produzione “pubblica” del razzismo. Lì si è materializzata, con lo scontro fisico, il corpo a corpo armato, inedito anche per il coinvolgimento della comunità locale, una saldatura tra razzismo istituzionale e popolare. I fatti non consentono semplificazioni e sarebbe sbagliato accusare di razzismo una intera comunità.
FILIPPO MIRAGLIA

 

LA DESCOLARIZZAZIONE PILOTATA, LA CHIUSURA DI UN CICLO
Una pioggia di cambiamenti investe la scuola italiana: il taglio delle risorse, la distruzione del tempo pieno, la riduzione degli insegnanti, fatti tutti da interpretare con cura. Ma la riforma “epocale” sicuramente acquista maggiore luce se cerchiamo di capire cosa cambia/è cambiato in un arco di tempo più ampio. Alcuni provvedimenti portano il segno dei governi di destra ma ad un’osservazione più attenta le tendenze fanno parte di un’onda lunga e non sono stati affrontati in maniera diversa neppure dai governi di centrosinistra.

SCIPIONE SEMERARO

 

EMERGENZA OMOFOBIA. LA RIPRESA DELLA LOTTA SUI DIRITTI

Parlare dell’Italia e dei diritti delle persone gay, lesbiche e trans non è facile. Non è facile per me che sono in prima fila in un Parlamento che mi vuole “sola”, unica omosessuale dichiarata. Sono attraversata da un misto di rabbia, scoramento, sfi ducia, ma contemporaneamente dalla consapevolezza che il tempo è questo: il tempo dei diritti si trova a un punto di svolta.
ANNA PAOLA CONCIA

 

L’EUROPA, LA CRISI, I SINDACATI
L’Europa, dal punto di vista economico e industriale, è stata costruita su un gruppo di Paesi produttori ed esportatori di beni – che vanno da quelli tedeschi ad altissimo valore aggiunto a quelli della moda, di una parte dell’Italia – quindi con una bilancia commerciale attiva e da un gruppo che, viceversa, importa questi beni, con una bilancia commerciale negativa. Ma le prospettive sono negative per tutti.
FRANCESCO GARIBALDO

L’ARGOMENTO

L’ANNIVERSARIO DEL ’68 ’69 E QUELLO DELL’89

ALCUNE DOMANDE SOCIALI E POLITICHE SUL CICLO ’68-’69-2009
Il quarantennio 1969-2009 comprende passaggi che potrebbero essere paragonati, per i mutamenti prodotti nei rapporti sociali e con la Natura, nello spirito pubblico, a quelli di ere geologiche. E tuttavia i profondi sconvolgimenti sembrano essere stati catturati in un meccanismo che è venuto assumendo, nei secoli, il significato di un destino per l’Italia e, anche se in misura minore, per l’Europa.

GIACOMO SCHETTINI

 

VENT’ANNI DOPO L’89, LA SINISTRA SENZA SINISTRA
Il mondo è radicalmente cambiato. Da questa constatazione di buon senso, però, c’è il rischio che nasca una nuova retorica che porta all’impotenza. L’elenco dei temi planetari del mondo globalizzato viene rappresentato in modo talmente schiacciante da ridurre a zero ogni possibilità di intervento sul reale e persino della sua comprensione. Serve invece uno sforzo di memoria sul passato e una capacità di applicazione sul presente e il futuro.

ALDO TORTORELLA

 

L’OPERAIO COMUNE DI SERIE

MIRAFIORI, QUEL FORMIDABILE BIENNIO
Mirafi ori è stato un epicentro della riscossa operaia e della lotta per la conquista dei diritti e della democrazia sui luoghi di lavoro. Eppure, quando si evocano quegli anni, si parla di violenza e di terrorismo. Il resto sembra scomparso, come se non ci fosse stato, oppure come se lo si volesse cancellare ad ogni costo. Ed è un errore. Perché in quella storia ci sono le ragioni di una intera generazione operaia, le radici di una pratica unitaria del sindacato.

PAOLO FRANCO

 

PORTO MARGHERA, “CINQUANTA SCALMANATI”
Tornare sul “biennio rosso” di Porto Marghera significa obbligatoriamente rileggere Cesco Chinello, il dirigente del movimento operaio che più si è identificato con quella vicenda storica, studiandola e ristudiandola. Nel suo ultimo libro autobiografico ha così scritto di quel periodo: “La memoria che ho sedimentato degli arroventati mesi delle lotte contrattuali nell’autunno 1969 è piena e particolareggiata, di forte spessore sociale e politico e mi pare tutt’ora segnata da un’incontenibile spinta di libertà operaia”.

PAOLO CACCIARI

 

LOTTE E TRASFORMAZIONI NEI CENTRI DI RICERCA PUBBLICI: DALLA CASACCIA A ISPRA
In queste note si prova a delineare una “storia minore” delle trasformazioni a cavallo degli anni Settanta. Per quanto mi riguarda, ad esempio, partecipare alle lotte dei tecnici e ricercatori in sintonia con le rivendicazioni operaie e organizzare il sindacato Cgil a Ispra ha significato un licenziamento in uno dei laboratori più prestigiosi d’Europa e una riassunzione dopo ventidue giorni di sciopero totale di tutto il personale in solidarietà.

MARIO AGOSTINELLI

 

IL SANGUE DI AVOLA, COME NACQUE L’AUTUNNO CALDO AL SUD
Il contratto dei metalmeccanici del ’69 caratterizzò “l’autunno caldo”; i conflitti in quegli anni ruppero la solitudine e si proposero come termini del cambiamento. Quarant’anni servono per ricostruire la memoria e dare il senso concreto di una fase importante della storia. Ma cosa accadde nel Mezzogiorno? La testimonianza di un protagonista.

SALVATORE BONADONNA

 

STUDENTE DI MASSA

IL MOVIMENTO STUDENTESCO MILANESE, GENESI E STORIA POLITICA
1968-1969. La coppia “ossimorica” fallimento/cambiamento ci permette di dire, anche a tanti anni di distanza, che per quanto duramente sconfitti quei movimenti hanno provocato cambiamenti significativi e durevoli nel profondo delle società che li hanno partoriti ed hanno quindi contribuito a costruire una sorta di crinale dopo il quale si può parlare di una nuova fase storica. Il caso di Milano.

ALFONSO GIANNI

 

ROMA, LA GENERAZIONE DEI SENZA TESSERA DEL ’68
La scuola di massa chiedeva orizzonti che le classi dirigenti, e gli stessi insegnanti, non erano in grado di aprire; la scuola di massa portava a forme di socializzazione e di acculturazione dei giovani che non potevano essere contenute nella gerarchia scolastica né tanto meno in quelle della famiglia. Queste alcune delle basi materiali della rivolta antiautoritaria contro una trasmissione del sapere dall’alto, contro la selezione di classe che sbarrava la via di accesso all’università. Nella memoria del ’68 romano c’è anche lo scontro con tutto ciò che rappresentava il Pci.

FRANCO RUSSO

 

QUEL SESSANTOTTO CHE COMINCIÒ NEL ’67
La mattina dell’11 febbraio 1967 la sede centrale dell’Università di Pisa, la Sapienza, occupata da una settantina di studenti, fu sgomberata dalla polizia: era la prima volta nella storia repubblicana che le forze dell’ordine rompevano la “sacralità” extraterritoriale di un ateneo. Quel giorno – questo fu il pretesto – si doveva tenere la Conferenza nazionale dei rettori. I poliziotti, perciò, entrarono all’alba, verso le cinque del mattino, nelle stanze gelide dell’Università.

RINA GAGLIARDI

SAGGI

CGIL A CONGRESSO: DISCONTINUITÀ E DEMOCRAZIA AL PRIMO POSTO
FRANCESCA RE DAVID e MAURIZIO LANDINI

 

DATI, PROBLEMI E RUOLO SOCIALE: UNA RADIOGRAFIA DELLA CGIL
MARIO SAI

 

SISTEMA CONTRATTUALE E DEMOCRAZIA SINDACALE
PIERGIOVANNI ALLEVA

 

VIVERE DEL LAVORO, NON PER IL LAVORO
PIERRE CARNITI

 

UNA NUOVA SIMBIOSI TRA LEGGE E CONTRATTAZIONE PER AUMENTARE I SALARI
ALFONSO GIANNI

 

IL NUOVO PROTAGONISMO OPERAIO ARGENTINO IN LOTTA CONTRO IL BIOPOTERE
MARTA VIGNOLA

APPROFONDIMENTI

GIORNALI E GIORNALISTI, WEB E TV: LA FRAGILE LIBERTÀ DI STAMPA ITALIANA
ALDO GARZIA

 

FEMMINILITÀ AL LAVORO. IL “VALORE D” E LA NUOVA ECONOMIA
LEA MELANDRI

 

A PROPOSITO DI QUELLA “SOLITUDINE DEI CONFLITTI”. SPUNTI PER UNA DISCUSSIONE
CARLA RAVAIOLI

 

L’UNIONE DOPO IL TRATTATO DI LISBONA: È IL TEMPO DI UN BILANCIO CRITICO
GIULIANO GARAVINI

RECENSIONI

LA FINE DEL CICLO SOCIALDEMOCRATICO
GRAZIELLA MASCIA

 

IL SOCIALISMO SVEDESE DI OLOF PALME
ALDO GARZIA

 

IL LUNGO ’68 ITALIANO CHE SI CHIUDE CON IL ’77
MARCO SANSOÉ

 

IL COLONIALISMO E LA GUERRA TRA LE MEMORIE
FLORE MURARD-YOVANOVITCH

 

L’ITALIA CHE NON ESCE DAL CONGELATORE
a.g.

 

LA FERITA ROM IN FORMA DI ROMANZO
GIUSEPPE RULLI