N. 13 Aprile - Luglio 2010
 

 

 

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EDITORIALI

 

Se le misure sono indiscutibili, è la morte della politica
La filosofia che viene imposta è semplice ed implacabile, vale per il salvataggio di un Paese come di un’impresa: le misure sono obbligate, dunque indiscutibili. E’ la morte della democrazia, della politica e della sinistra. La democrazia in cui vive la politica è data dalla possibilità di scelta. Se non c’è, non c’è la democrazia, e la politica è inutile.
FAUSTO BERTINOTTI

  

Il governo allargato dell’economia e il nuovo partito borghese
Una diversa cultura del potere attraversa le classi dominanti europee. In Italia si intende dar vita a un nuovo partito borghese in grado di sostituirsi al populismo alla Berlusconi o alla logica reazionario-comunitaristica della Lega. La sua costruzione passa attraverso l’accelerazione del processo di inclusione del movimento sindacale entro il governo allargato dell’economia.
ALFONSO GIANNI

  

I conflitti dentro la destra. Anzi, tra le tre destre
A che punto è la destra? Una domanda d’obbligo dopo due anni di governo, la cui risposta non è univoca ed esige molti distinguo. A cominciare dal fatto che ci troviamo di fronte a tre destre: quella “personale” di Berlusconi, quella “egoista” della Lega e quella “liberale” di Fini. In ogni caso, per egemonia culturale, capacità di consenso la destra gode di ottima salute.
RITANNA ARMENI

  

La Lega e la trappola del federalismo fiscale
Mentre sono sotto osservazione gli effetti del populismo e della xenofobia della Lega, per le devastazioni culturali che hanno modificato in profondo il sentire popolare nelle società del Nord, sfugge alla comprensione dei più il ruolo assunto dalla politica economica della Lega, che ha contribuito non poco a depotenziare il conflitto nel mondo del lavoro.
MARIO AGOSTINELLI

  

Dalla Costituzione alla legge, la banalizzazione del diritto
La nostra transizione costituzionale, anziché produrre innovazione per rendere più rispondente il sistema costituzionale e politico ai processi di trasformazione degli ordinamenti locali e globali, sta erodendo pericolosamente i presupposti del costituzionalismo moderno, senza la capacità di sostituire ad essi alcun altro e diverso principio di riferimento.
GAETANO AZZARITI

 

L’ARGOMENTO

L’autogoverno, buona pratica per una crisi di sistema
La natura dell’attuale crisi del capitalismo finanziario globalizzato mette all’ordine del giorno delle società occidentali il tema dell’autogestione e dell’autogoverno del lavoro. Perché? Perché è maturo il tema dell’alternativa del modello economico e sociale. Esso viene declinato anche dal punto di vista borghese, con la green economy.
FAUSTO BERTINOTTI

  

La grande lezione argentina, 300 fabbriche in autogestione
Il fenomeno dell’autogestione delle fabbriche in Argentina ha dato impulso alla lotta in tutta l’America Latina: 300 fabbriche recuperate in Brasile, 60 in Venezuela, 30 in Uruguay, 4 in Bolivia, 2 in Paraguai. Si lavora in stretto contatto anche con Morales e Correa per costruire una rete sociale dal basso accompagnata dall’iniziativa pubblica.
JOSE’ ABELLI

 

Brasile, la Rede Xique Xique e l’“economia solidaria”
La Rete brasiliana Xique Xique ha centinaia di gruppi aderenti che si riuniscono in nove gruppi principali e ha rappresentanti in otto città. La carta dei principi stabilisce che: la produzione, la commercializzazione e il consumo devono impedire sfruttamento, incluso il lavoro infantile, assenza di un salario degno e disuguaglianza salariale tra uomini e donne.
CRISTIANA PULCINELLI

  

Il movimento cooperativo Usa, radiografia di un boom
Negli Stati Uniti sono oltre 72 mila le cooperative e danno lavoro a due milioni di persone. Sono presenti in cinquanta Stati e sono diffuse soprattutto nel Middle East e nel Nord Ovest della nazione. Quattro abitanti su dieci ne sono soci. Il 40% dei prodotti agricoli in circolazione nel mercato statunitense arriva da cooperative.
SIMONETTA COSSU

  

Spagna, la scalata del modello Mondragon
L’attuale crisi economica non sarà giunta invano se al mondo si rivelerà che le iniziative dal basso possono trionfare. La storia e lo sviluppo attuale del modello Mondragon, dal nome del piccolo centro siderurgico dei Paesi Baschi dove nel 1956 ha preso le mosse la omonima Corporación Cooperativa, oggi proprietaria o in joint venture con 114 aziende affiliate locali o estere.
RACE MATHEWS

 

La fabbrica francese Lip, storia di protagonismo operaio
La lotta degli operai della Lip di Besançon, capoluogo della Franche-Comté, rappresenta il conflitto più emblematico della storia francese post 1968. Pur se parzialmente rimosso negli anni ’80 e ’90 resta ben presente nella memoria collettiva nazionale e sarà anche una fiction tv sull’emittente pubblica France2.
ALESSANDRO MANTOVANI

  

I lavoratori delle Scop in Francia, al governo delle proprie imprese
In Francia si contano 1.700 Société Coopérative de Production. Occupano oltre 36 mila persone, il 60% delle quali sono anche soci. La Scop è una società che presenta una originalità: i dipendenti sono soci di maggioranza dell’impresa, di cui detengono almeno il 51% del capitale, decidono insieme le grandi scelte aziendali e designano i loro dirigenti.
GRAZIELLA MASCIA

  

Cooperazione ed autogestione, l’esperienza legislativa italiana
In merito alle origini ed alle motivazioni che determinarono i primi tentativi di autogestione e/o di cooperazione attiva in Italia sussiste un’ampia bibliografia, non sempre univoca, ma più che sufficiente ad approfondire l’argomento sotto il profilo storico. A partire dalla “rinascita” dopo la sconfitta della Comune di Parigi.
ANTONIO SICILIANO

  

Glocalizzazione e nuove pratiche: il caso Puglia
In risposta al processo di de-politicizzazione del lavoro e dei diritti sociali sembra emergere in Italia un percorso di ridefinizione dei termini della relazione tra economia e politica. Con “Bollenti Spiriti”, “Principi Attivi”, “Ritorno al Futuro” la Puglia dà corpo ad una sua “possibilità locale”, per sviluppare primi anticorpi in grado di rispondere all’aggressione neoliberista.
MARTA VIGNOLA E VALENTINA CREMONESINI

  

L’agricoltura sociale in Italia, welfare partecipato e sviluppo
Nelle aree rurali si sta manifestando un progressivo processo di erosione che incide in profondità sulle dotazioni sociali e culturali a disposizione della comunità. La valorizzazione dell’uso delle risorse agricole rappresenta un modo per affrontare in modo più complessivo il tema dell’inclusione sociale. L’esperienza della cooperativa sociale e agricola “Centuria Sociale” in Umbria.
FABIO BARCAIOLI

  

SAGGI

La “forma partito”, ostacolo per chi non vuole arrendersi
La “forma-partito” - con le caratteristiche che la nostra vicenda nazionale e il modo con cui è stata maggioritariamente interpretata le hanno attribuito - funziona come principale ostacolo alla partecipazione democratica. Costituisce un tossico potente per tutto ciò che, al livello del sociale, si sforza di comunicare istanze di trasformazione dello stato di cose esistente.
MARCO REVELLI

  

La frattura tra mondo del lavoro e rappresentanza politica
La valutazione dei partiti e dei sindacati dal punto di osservazione del mondo del lavoro. Un’indagine basata sui gruppi di discussione e realizzata a cavallo dei primi segni della crisi nella quale viviamo tuttora. Aspetto che ne rappresenta un limite ma anche un elemento di forza: non è difficile immaginare, infatti, che i giudizi sarebbero stati oggi ancora più severi.
FRANCESCO GARIBALDO

  

I partiti impermeabili alle dicotomie del femminismo
Gli spazi per cambiare i partiti sono veramente pochi, se non nulli. I nuovi esperimenti sembrano ripetere i vecchi errori. Che fare allora? La crisi del presente, in cui l’impasto tra pubblico e privato ci ripiomba addosso anche in forma grottesca, spinge a ritornare a quella domanda radicale di cambiamento della forma partito che ancora non è stata sperimentata.
ANGELA AZZARO

  

Il governo dei beni comuni e la ribellione contro i partiti
Il movimento sostituisce i partiti della sinistra nella battaglia sul referendum sull’acqua e per l’inversione di rotta verso la Terza Repubblica: quella dei beni comuni. I partiti sono stati incapaci di esercitare controllo critico e di tutelare le persone dallo strapotere del capitale privato. Così si sono resi corresponsabili della costruzione ideologica di una narrativa a pensiero unico.
UGO MATTEI

  

I Bilanci Partecipativi e il nuovo “far politica”
I Bilanci Partecipativi come strumento di “democratizzazione della democrazia”, di ripensamento degli equilibri di potere decisionale tra amministratori e cittadini, attraverso una riorganizzazione delle relazioni tra attori, e come spazio pedagogico di “apprendimento della democrazia”. Alcune riflessioni su un’esperienza vissuta in tanta parte del mondo.
GIOVANNI ALLEGRETTI

 

Le metamorfosi del sindacato Cgil e Cisl
I sindacati alle prese con il pesante indebolimento e arretramento delle coperture universalistiche pubbliche dei bisogni sociali. Gli enti bilaterali come elemento di rottura rispetto alla storia del movimento operaio. Non una innovazione più o meno radicale, ma una fuoriuscita da questa storia. Alcuni spunti di dibattito.
TIZIANO RINALDINI

 

L’OSPITE

Milano, 1968-1975: il Movimento di Medicina
Al Movimento Studentesco di Medicina l’idea e la pratica della contestazione non arrivarono tanto da Marcuse e dalla scuola di Francoforte quanto dalle battaglie della psichiatria in Italia che, con Jervis, sosteneva che i “matti” hanno diritto alla libertà ed esercitano quel diritto come una pretesa, non come un’opinione. Una differenza fondamentale tra contestazione e dialogo.
LUCIANO BEOLCHI

 

Autunno caldo e Cub milanesi Un punto di vista
Parlare degli operai dei Cub milanesi dell’Autunno caldo del 1969 permette di riflettere su un aspetto che col passare degli anni si è tramutato in tre grandi omissioni operate sulla storia. Una prima, si è compiuta sull’Autunno caldo stesso. La seconda, su di una città come Milano. La terza, sul fatto che il protagonista non fu solo un indeterminato operaio-massa.
EMILIO MOLINARI

 

APPROFONDIMENTI

Anniversario di Confindustria, cento anni di potere
Quando si dice le bizzarrie del Fato! Il 5 maggio, giorno natale di Karl Marx (e di morte, tre anni più tardi, di Napoleone), nasceva la Confederazione Generale dell’Industria Italiana (Cgi), presto nota con la denominazione di Confindustria. Correva l’anno del Signore 1910: dunque esattamente un secolo fa. Una confederazione paragonabile per potere alle maggiori istituzioni pubbliche.
ANGELO D’ORSI

  

L’Europa riscopre se stessa se mette al centro il lavoro
La crisi economica ripropone il tema del lavoro come elemento costituente della costruzione europea. Affrontare, quindi, la questione dell’Europa politica significa partire analizzando il punto di vista del suo rapporto con il lavoro. Questa è la cartina al tornasole per una seria valutazione sulla natura stessa del soggetto Unione Europa.
ROBERTO MUSACCHIO

  

Dal liberalismo al socialismo: alcune questioni aperte
Studiare gli argomenti di un liberale (e liberista) di razza come Bruno Leoni significa affrontare tre questioni: la democrazia costituzionale; il rapporto individuo-società; il ruolo della conoscenza nella coordinazione delle attività sociali. Siamo stati abituati a trattarle come aspetti ovviamente risolti, senza una approfondita commisurazione con alcune tesi proposte dal liberalismo.
FRANCO RUSSO

  

Una lezione, non una eredità. Napoleoni e la politica economica
La riflessione sulla politica economica di Claudio Napoleoni è segnata da continuità e rotture. L’interprete, senza perderne l’essenziale, deve dunque azzardare una ricostruzione che non può essere separata da una valutazione critica che tenga conto della riflessione teorica di Napoleoni nell’intero arco della sua vita.
RICCARDO BELLOFIORE

 

LA RECENSIONE

La partita è ancora aperta, cambiamo il risultato
I Mondiali di calcio si sono appena svolti in Sudafrica. Uno Stato che fino a pochi anni fa sembrava non appartenere alla civiltà del vivere. Proprio questa Nazione è l’esempio che può suggerire un percorso sempre più virtuoso verso il giusto mescolamento di interessi economici ed ideali. Bene, è cominciato il secondo tempo e siamo tutti invitati a giocare.
GIANNI RIVERA