N. 17 Giugno - Luglio 2011

 

 

 

 

Fausto Bertinotti presenta il n. 17 di Alternative per il socialismo
 

 

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L’EDITORIALE

 

LA RIVOLTA COME OPPORTUNITA’, I TERRITORI COME RISORSA PER IL CAMBIAMENTO
L’apparizione sulla nostra scena politica della rivolta ci induce a indagare meglio le caratteristiche dei movimenti. Il punto di partenza potrebbe essere il seguente: la rivolta può vincere e può essere contagiosa. Tuttavia, i problemi del rapporto tra lotta e risultati e di come s’inneschi un reale processo democratico e di trasformazione della società sono tutt’altro che risolti e richiederebbero di concentrare su di essi più di una ricerca teorica e pratica. Ma, intanto, si è verificato un mutamento di clima, anche grazie all’effetto del contagio prodotto dalla corrente di critica del potere e di democrazia dal basso che circola nell’area euro mediterranea.
FAUSTO BERTINOTTI

 

TEMI

 

LOS INDIGNADOS SPAGNOLI E IL MOVIMENTO GLOBALE
Quando descriviamo il movimento spagnolo de Los Indignados ci rendiamo immediatamente conto che potremmo usare le stesse parole per gli insorti di Atene, per gli studenti di Londra, per i giovani francesi, per i Book Block italiani. Si dice Puerta del Sol ma si potrebbe leggere Piazza Tahrir o, per citare i classici: Place de la Bastille. Democrazia e Crisi sono le polarità comuni di questo passaggio.

MARCO ASSENNATO

 

LE AMMINISTRATIVE E LA VITTORIA DEI CANDIDATI “ANOMALI”
Alle scorse elezioni locali hanno vinto i candidati che si possono definire “anomali”. Coloro, cioè, che non sono identificabili immediatamente con un partito e che per la loro storia, la loro vita personale, i loro comportamenti hanno dato segno di una forte autonomia, di un’indipendenza di giudizio e di progetto che li rende “fuori dalla norma”.

RITANNA ARMENI

 

RIFLESSIONI SULLA DISGREGAZIONE DEL BLOCCO SOCIALE BERLUSCONIANO
L’esito elettorale di Milano può essere assunto senza alcuna forzatura come emblematico non solo della parabola discendente di Berlusconi ma della crisi irreversibile del berlusconismo. Ovvero di quel fenomeno assai più complesso che ha cementato il blocco sociale ed elettorale delle destre che pur non potendo prescindere dal suo fondatore lo trascende e vorrebbe sopravvivergli.

ALFONSO GIANNI
 

 

DIECI ANNI DA GENOVA, LA CRISI DEL SOCIAL FORUM EUROPEO
A Genova si terranno decine d’iniziative per riannodare i fili del movimento dei movimenti che nel luglio 2001 avviò, dopo Seattle, la lotta contro la globalizzazione e trovò la sua espressione politica nel Social Forum Mondiale, fissando i suoi principi nella Carta di Porto Alegre. Purtroppo questo decennale trova il Forum Europeo in forte crisi e in evidente divaricazione con il Forum Mondiale.

FRANCO RUSSO E ROBERTO MUSACCHIO

 

 IL REFERENDUM SPAZZA VIA L’INCUBO DEL RITORNO AL NUCLEARE
Nonostante l’improvvisa decisione governativa di ritirare il decreto sul programma nucleare, allo scopo di annullare il referendum popolare abrogativo della stessa, seguita pochi giorni dopo da una manovra analoga per evitare quello sulla privatizzazione dell’acqua, una valanga di milioni di Sì ha seppellito le recenti scelte dell’esecutivo guidato da Berlusconi.

MARCELLO CINI

  

L’ARGOMENTO

 

LO SCIOPERO GENERALE E GENERALIZZATO

UN PROGETTO DEMOCRATICO PER FERMARE LA DERIVA AUTORITARIA
L’autonomia delle organizzazioni sindacali e della contrattazione collettiva sono in tutta evidenza in una gravissima crisi. Questa crisi può essere affrontata solo ritrovando un nuovo equilibrio, che renda possibile l’autonomia delle rappresentanze e sviluppi la loro capacità di costruire percorsi di reale partecipazione da parte di tutti i lavoratori.

TIZIANO RINALDINI

 

L’EMILIA E LE DUE IPOTESI DI FUTURO DEL SINDACATO
Dall’inutile ritualità del primo maggio unitario, alla grande partecipazione allo sciopero generale: Piazza della Vittoria, a Reggio Emilia, rappresenta un percorso collettivo che parla a tutta la città. Accade in tutta l’Emilia Romagna, dove si ricompone quel complesso mondo che la crisi frantuma quotidianamente. Le piazze del primo e del sei maggio sono le due ipotesi di futuro del sindacato.
MICHELE DE PALMA

 

SCIOPERO GENERALE E PROTAGONISMO DEI CETI MEDI
La mobilitazione nazionale della Cgil ha unito un vasto schieramento sociale che condivide l’idea che la crisi sia un terreno di scontro per affermare un’inversione di tendenza. Tra i nove milioni in piazza anche lavoratori autonomi e “nuovi” ceti medi produttivi, gli stessi che avevano animato le grandi manifestazioni per la scuola pubblica e la dignità delle donne.

MARIO SAI

 

LA STRAORDINARIA PARTECIPAZIONE DELLE DONNE NELLA MOBILITAZIONE
La fotografia dei cortei del sei maggio ci evidenzia un’eccezionale presenza di donne. Come se, dopo la giornata del “se non ora quando”, non avessero voluto abbandonare la scena per continuare a urlare la loro indignazione contro il governo delle destre e il suo disegno restaurativo, la sua cultura patriarcale, la sua idea del mondo.

LINDA SANTILLI

 

LA NECESSITA’ DI UNA FORZA COLLETTIVA FEMMINILE PER L’ALTERNATIVA
Intervista ad Alisa Del Re, politologa e docente di Politica di Pari opportunità: «Oggi i femminismi sono tanti e fertili, e non è necessario essere d’accordo su tutto. Ma ci sono delle cose per cui bisognerebbe combattere insieme. Ad esempio, per destrutturare la giornata lavorativa. Un passaggio da realizzare con gli uomini contro l’organizzazione capitalistica del lavoro».

KATIA IPPASO

 

ADDIO SCIOPERO? SE LA PROTESTA PRECARIA PASSA PER INTERNET
Lo sciopero oggi si chiama flashmob. Parte da internet e poi prende forme diverse: aperitivo, sciopero vero e proprio, occupazione, azione creativa. Non si tratta di contrapporre i vecchi modelli ai nuovi, di creare nuovi dogmi che definiscano il parametro delle lotte. Ma sarebbe sicuramente sbagliato ignorarli, pensando che la loro frammentarietà non costruisca un orizzonte di senso.

ANGELA AZZARO

 

L’AZIONE COLLETTIVA E LA DIFFICILE STRADA DI UNA TUTELA EUROPEA
Parlare di diritto di sciopero e di contrattazione collettiva nell’Unione europea porta inevitabilmente alla trattazione di spinose questioni tecnico-giuridiche di natura giurisprudenziale. Un aspetto che ostacola talvolta la discussione nella sfera pubblica e anche l’individuazione di soluzioni eque e razionali. L’autore offre un approccio completo, semplificandone gli aspetti più complessi.

GIUSEPPE BRONZINI

 

IL DIRITTO DI SCIOPERO IN UNA PROSPETTIVA COMPARATA
Tutti i Paesi europei prevedono limiti e restrizioni al diritto di intraprendere azioni collettive. Il fatto che un diritto sia ritenuto fondamentale non significa che debba ritenersi assoluto. Tali limiti, generalmente giustificati sulla base del bilanciamento con altri diritti ritenuti di pari dignità costituzionale, possono riguardare gli obiettivi, le modalità e i metodi, i settori.

SALVO LEONARDI

 

 ELOGIO DELLO SCIOPERO, FUNZIONE DI RANGO COSTITUZIONALE
Lo sciopero è l’esercizio di una funzione politica dallo status costituzionale più alto, quella di contribuire a realizzare il compito della Repubblica nata dalla Resistenza al nazi-fascismo, come definito e sancito dall’articolo tre, secondo comma, della Costituzione. Ha un’origine economica, ma la trascende. E’ l’affermazione della dignità umana che pervade ogni opera umana.

GIANNI FERRARA

 

SCIOPERO GENERALE. CULTURE E PROSPETTIVE POLITICHE
Lo sciopero generale non ha perso significato e valore. Anzi, può essere un modo per annodare in una nuova trama i diversi fili che legano la condizione umana e il lavoro, il modello della produzione per il mercato e il crescere delle disuguaglianze, la capacità produttiva in continua crescita e il limite della sostenibilità ecologica.

SALVATORE BONADONNA

  

SAGGI
 

LA CENTRALITA’ POLITICA DEL LAVORO COME QUESTIONE DI SENSO
MARIO TRONTI

 

“DISINCANTARE” IL LAVORO E TROVARE IL SENSO DELLA VITA
CRISTINA MORINI

 

APPROFONDIMENTI
 

LA SINISTRA EUROPEA DI FRONTE ALLA PRIMAVERA DEL MEDITERRANEO
MIGUEL PORTAS E CHIARA TAMBURINI

 

MARE NOSTRUM, LA SFIDA DEL LABIRINTO SULLE ONDE DEL MARE BASTARDO
GIUSTO CATANIA

 

IL MEDITERRANEO NEL NUOVO MILLENNIO. FRATTURE E CONVERGENZE
PREDRAG MATVEJEVIC’

 

L’EGITTO E LA TRANSIZIONE TRA CAOS E STABILITA’
GIULIANA SGRENA

 

IL RUOLO DEL SINDACATO NELLA RIVOLUZIONE TUNISINA
ABID BRIKI

 

TUNISI E L’OPPORTUNITA’ DI UN PERCORSO COSTITUENTE
DOMENICO RIZZUTI

 

LA FORMIDABILE EFFICACIA DELLA SCELTA NON VIOLENTA
ALI’ RASHID
 

 

MEZZOGIORNO E MEDITERRANEO, UN APPROCCIO DI LUNGO PERIODO
MASSIMO LO CICERO

 

MEZZOGIORNO E MEDITERRANEO, LA CRISI DEGLI ASSETTI GEOPOLITICI
GIACOMO SCHETTINI

 

LA SICILIA CERNIERA TRA EUROPA E POPOLI DELLA SPONDA SUD
LUDOVICO CORRAO
 

 

L’OSPITE
 

IL LAVORO CHE VORREMMO
GAETANO CROCELLA’

 

PRATICHE DI NON VIOLENZA PER LA SOLUZIONE DEL CONFLITTO CURDO
WERONIKA GRELOW

  

RECENSIONI
 

BEVILACQUA, L’ETA’ DEL “CAPITALISMO DISTRUTTIVO”
ALFONSO GIANNI

 

CIOFI, ANALISI DELLA RIVOLUZIONE CONSERVATRICE
PIERO DI SIENA

 

CAVALLARO, IL CALCIO COME METAFORA DELLA SOCIETA’
MANFREDI ALBERTI E FRANCESCA DINETTI

 

CHABAL, L’AFRICA VISTA “DAL BASSO” E “SUL CAMPO”
SAVERIO LOPEZ DI BELLA

 

A MILOSZ, PER I CENTO ANNI DALLA NASCITA
PREDRAG MATVEJEVIC’