La paura delle élites

 

Lo scontro si polarizza tra l'alto e il basso della società - I dubbi sulla capacità di tenuta di questa civiltà - L'epoca di Matteo Renzi, la Renzeconomics alla prova dei fatti e cosa resta della democrazia rappresentativa - L'"Europa reale" e la Lista Tsipras - Congresso CGIL, verso il sindacato unico - I conflitti sociali: domande sul lavoro e sul suo futuro; lo stato di salute dei movimenti (Dall'acqua pubblica al diritto all'abitare) - Il cardinale Kasper e Amartya Sen

 

 

Bertinotti, Freccero, Gianni, Bilancia, Rinaldini, Terzi, Cremaschi, Perini, Agostinelli, Bonadonna, Marchini, Sotgia, Ciccarelli, Russo, Guarino, Gnesutta, Sapelli, Foliti, Musacchio, Di Leo, Bianco, Navarra, Galieni, Accornero

 

 

 

 

 

 

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L’EDITORIALE

 

DURERA’ QUESTA CIVILTA’?

Addirittura dalla Nasa arriva un allarme forte sulla capacità di tenuta e di futuro di questa civiltà. Nello studio si mettono a confronto le crisi di grandi civiltà antiche per avvertire che anche i loro sovrani hanno creduto di poterne dominare i processi, finché qualcosa è avvenuto che le ha fatte deragliare. Si può ovviamente dissentire, ma quel che colpisce è l’individuazione delle due cause che, congiuntamente, determinerebbero la crisi delle civiltà: l’impoverimento delle risorse disponibili (tesi principe dell’ecologismo) e l’esplosione della diseguaglianza sociale, con la violenta stratificazione della società in una realtà sociale formata dalle élites e, dall’altra, in quella delle popolazioni impoverite (la lettura di classe della globalizzazione capitalistica e della sua crisi). La tesi è che la crisi di civiltà si genera quando il controllo delle élites blocca la ridistribuzione della ricchezza prodotta, generando un collasso del lavoro salariato e degli strati popolari. A rispondere a questa emergenza troviamo una pantomima impresentabile che pretende di opporre al populismo la difesa della democrazia. In realtà c’è un populismo che anima (anche pericolosamente) la società civile e un populismo che si è insediato nella stanza dei bottoni. Il populismo di stato si chiama bonapartismo o, più opportunamente, applicato al caso nostro, neo-bonapartismo. Le liste Tsipras sono chiamate a rompere questo gioco a somma zero. E’ un compito difficilissimo, ma è giusto provarci.

FAUSTO BERTINOTTI

 

 

 

TEMI

IL FENOMENO RENZI

 

LA “SINISTRA” ALL’EPOCA DI MATTEO RENZI

Il neo presidente del Consiglio ha portato a termine il lungo percorso politico e intellettuale per cui il pensiero unico ha preso il potere, svuontando di senso l’opposizione destra/sinistra. La competizione non è tra programmi, ma tra candidati, testimonial. Motivo determinante per la scelta da parte dell’opinione pubblica:  simpatia del candidato, telegenicità, capacità di comunicazione.

CARLO FRECCERO

 

 

LA RENZECONOMICS ALLA PROVA DEI FATTI

Il Def di Renzi dipinge un’Italia destinata a una progressiva e irresistibile ripresa. Ma questa sì è solo propaganda, che non poteva mancare in una elite di governo per la quale l’apparire conta più dell’essere. Lo stesso Fmi ha già fatto sapere che queste previsioni non sono credibili a causa della pesante disoccupazione. Salvo poi approvare la precarizzazione totale come soluzione salvifica.

ALFONSO GIANNI

 

 

FINE DEL BICAMERALISMO PERFETTO, UN COMMENTO SFIDANDO I DIVIETI

Per le modalità con cui si sta procedendo, vi è il legittimo sospetto che l’obiettivo di questa proposta di radicale trasformazione del sistema democratico-rappresentativo non sia tanto quello di condurre in porto una seria riforma del sistema bicamerale, quanto piuttosto ottenere l’approvazione almeno in prima lettura di un testo purchéssia. Un “feticcio” utile per la prossima campagna elettorale.

FRANCESCO BILANCIA

 

 

 

L’ARGOMENTO

CGIL, VERSO IL SINDACATO UNICO

 

SE LA CONFEDERALITA’ DIVENTA UNA CLAVA CONTRO IL DISSENSO INTERNO

Il congresso della Cgil, per le sue stesse modalità di svolgimento, non è un luogo di confronto democratico tra posizioni diverse, ma viceversa serve per fornire una parvenza di democraticità alla elezione dei gruppi dirigenti. Ci troviamo di fronte ad una torsione autoritaria, che rappresenta una vera e propria mutazione genetica della nostra organizzazione.

GIANNI RINALDINI

 

 

IL TEMA DELL’UNITA’ COMPORTA ANCHE UNO SVILUPPO NUOVO DELLA DEMOCRAZIA INTERNA

La confederalità non è una prerogativa burocratica riservata al gruppo dirigente centrale, ma la capacità di tutto il corpo dell’organizzazione, in ciascuna delle sue articolazioni, di avere uno sguardo aperto sul mondo che sta fuori di noi. A partire dalla sua parzialità, il sindacato può trasmettere un messaggio generale, universale, oltrepassando ogni forma di ristrettezza corporativa.

RICCARDO TERZI

 

 

LA CGIL NON C'E' PIU'

Il caso sindacale italiano degli anni '70 del secolo scorso si sta rovesciando oggi nel suo opposto. Quello che è stato a lungo considerato uno dei più forti e innovativi movimenti sindacali dell'Occidente sta diventando uno dei più burocratizzati e ininfluenti. E' in una terra di nessuno: rifiuta le antiche identità e non ha di nuove. 

GIORGIO CREMASCHI

 

 

 

APPROFONDIMENTI

I CONFLITTI SOCIALI

 

DOMANDE SUL LAVORO E SUL SUO FUTURO

FULVIO PERINI

 

 

ACQUA, ENERGIA E BENI COMUNI: CHE NE E’ DEI REFERENDUM DEL 2011?

MARIO AGOSTINELLI

 

 

POLITICHE PER LA CASA, TRA SPECULAZIONE EDILIZIA E MOVIMENTI DI LOTTA

BONADONNA, MARCHINI E SOTGIA

 

 

LA SOCIETA’ DEL QUINTO STATO: MOLTEPLICE, ETEROGENEA, SINGOLARE

ROBERTO CICCARELLI

 

 

 

SAGGI

L’EUROPA REALE

 

EUROPA: MITO E REALTA’

FRANCO RUSSO

 

 

L’INSTAURAZIONE DI FATTO DI UN NUOVO REGIME. LA SOPPRESSIONE DELLA DEMOCRAZIA

GIUSEPPE GUARINO

 

 

IL CONTENUTO “COSTITUZIONALE” DELLA POLITICA ECONOMICA EUROPEA

CLAUDIO GNESUTTA

 

 

RAPPORTO ROMA-BERLINO, CHE IDEA HANNO GLI USA DELL’EUROPA

GIULIO SAPELLI

 

 

L’UCRAINA TRA IDENTITA’ REALI E STRUMENTALI

CLAUDIO FOLITI

 

 

RAGIONANDO SULLA LISTA TSIPRAS

ROBERTO MUSACCHIO

 

 

 

IL DIBATTITO

 

CARDINALE KASPER: AD AMARTYA SEN PASSANDO PER PAPA BERGOGLIO

GIUSEPPE DI LEO

 

 

 

RECENSIONI

 

LA POST-SINISTRA DI MARCO REVELLI

FRANCO BIANCO

 

HESSEL E L’ESIGENZA DEL DISARMO NUCLEARE TOTALE

ALFONSO NAVARRA

 

MURARD-YOVANOVITCH, IL MOSAICO DEL DISUMANO SUI MIGRANTI

STEFANO GALIENI

 

ALIMENTI E CHIAROTTO, STORIA DEI RAPPORTI TRA CHIESA E STATO

CRISTINA ACCORNERO