N° 6 Luglio - Settembre 2008

 



 

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LE RAGIONI DI UNA SCONFITTA
Questa volta indagare le ragioni della sconfitta è un’operazione politica di prima grandezza. Un esercizio difficile e doloroso, una necessità inderogabile. Il cui esito sarà assai influente sulle sorti dell’impresa per la ricostruzione della sinistra in Italia. Decisiva, come sempre, sarà la capacità di tenere la ricerca in un rapporto concreto con le esperienze di lotta e di movimento nel nuovo e difficile campo d’azione che si è venuto configurando con il nuovo assetto politico e sociale del Paese.
FAUSTO BERTINOTTI

 

COSA SPIEGANO I FLUSSI ELETTORALI. UN'ANALISI DELLO SPOSTAMENTO DEI VOTI A DESTRA
Non stupisce solo lo slittamento verso destra dell’elettorato, ma la crescita delle formazioni caratterizzate da elementi di populismo mixati a tratti di cultura xenofoba. La destra vince soprattutto per essere stata in grado di conquistare i vecchi insediamenti popolari delle sinistre. Il “voto utile” al Pd, la sconfitta dell’Arcobaleno.
ROBERTO BIORCIO

 

LE EREDITÀ IRRISOLTE

EUROPA E MODI DI PRODUZIONE. ALCUNI INTERROGATIVI PER LA SINISTRA DA RIFARE
Una sinistra non si rifà senza il bilancio del passato. Ma non si fa neanche se non enuncia qual è il proprio obiettivo oggi. È lo stesso di ieri (una rivoluzione del modo di produrre attraverso l’abolizione della proprietà privata dei mezzi di produzione) in condizioni mutate (quanto mutate?), oppure non è questo?
ROSSANA ROSSANDA

 

DA LEOPARDI AL PCI. IL “CASO ITALIANO” NELL’AUTOBIOGRAFIA DI UNA NAZIONE
Siamo tornati al punto di partenza. Cioè ai tormenti di Piero Gobetti e Antonio Gramsci su “arretratezze” e “anomalie” italiane. E, ancora prima, a quelli di Giacomo Leopardi. Se non si compie una analisi chirurgica sull’Italia contemporanea a rapporto con Europa e globalizzazione la bussola della sinistra resterà a lungo senza riferimenti. Intanto è scomparsa quella “società nella società” di cui parlava Pier Paolo Pasolini.
ALDO GARZIA

 

EREDI DEL SESSANTOTTO? GUARDARE INDIETRO NON È UTILE
Scrivere sul ’68 nel tempo di una sconfitta elettorale, segno però di una disfatta sociale della sinistra, è davvero difficile. Quel che appare più deviante nelle memorie dei protagonisti è l’effetto di cancellazione della dimensione di massa del fenomeno, della “presa di parola” da parte di migliaia di giovani, studenti e operai, uomini e donne: il loro protagonismo, senza mediazioni di organizzazioni politiche o sindacali, e la loro partecipazione in prima persona nelle assemblee e nei cortei, nelle contestazioni ai cattedratici e nei “controcorsi”.
FRANCO RUSSO

 

IL SINDACATO ITALIANO, UN’ISTITUZIONE TRA LE ISTITUZIONI
Tra le ragioni della sconfitta delle sinistre ce n’è una particolarmente inquietante: il voto dei “poveri”. O, meglio, degli “impoveriti”. Di quella parte del Paese che si sente di perdere posizione. Lo spostamento a destra non può essere solo attribuito alla storia più recente, agli errori più o meno “tattici”. È una mutazione genetica del nostro sistema sociale.
MARCO REVELLI

 

SPAESAMENTO DELLE CULTURE

QUANDO GLI OPERAI VOTANO A DESTRA. QUALCHE APPUNTO SULLE BASI MATERIALI DELLA SCONFITTA
Un tratto fondamentale caratterizza gli ultimi lunghi anni dello sviluppo capitalistico: la crescente diseguaglianza nella distribuzione dei redditi. La sinistra, spesso con scarsi risultati, si è occupata prevalentemente delle questioni relative alla necessità di una corretta distribuzione della ricchezza. Non basta più.
FRANCESCO GARIBALDO

 

L’ALBERO DELLA FICTION A CUI SI È IMPICCATA LA SINISTRA
La banalità della televisione, dei giornali, dei dibattiti “democratici”, hanno spento lo spirito creativo. L’Italia non ha una “missione” da svolgere nei confronti del mondo globalizzato. Il rischio del centrodestra è enorme, se continua ad alimentare logiche da egoismo territoriale.
PIETRO BARCELLONA

 

L’ESPERIENZA DI UN LABORATORIO DI RICERCA: TRANSFORM!
Sei anni alle spalle, costruzione di eventi, seminari, tessitura di relazioni internazionali. Transform! è un progetto apparso pubblicamente per la prima volta nel 2002, al Forum sociale mondiale di Porto Alegre. È stato il primo spazio di comunicazione e cooperazione strutturato nella sinistra radicale europea.
MARCO BERLINGUER

 

LA SPIRALE DEL SILENZIO E LA NECESSITÀ DI UNA NUOVA GRAMMATICA
Per più di un secolo l’universo linguistico della sinistra è stato spesso in grado di svolgere un ruolo egemonico. Con la fine del ciclo di lotte degli anni Sessanta e Settanta, inizia un processo che, in tempi storicamente brevissimi, giunge prima al tramonto di quella egemonia e poi allo sprofondare del linguaggio della sinistra nella “spirale del silenzio”. La sinistra perde anche perché non sa inventare un nuovo vocabolario e nella tentazione di rivendicare i vecchi linguaggi viene travolta.
CARLO FORMENTI

 

PICCOLI POPULISMI CRESCONO ANCHE NELLA SINISTRA
Quando parliamo di populismo – o meglio di populismi – la sensazione immediata è che stiamo maneggiando un ossimoro: cioè una categoria chiara ma inafferrabile. A noi importa indagare la versione italiana del fenomeno, nelle sue diverse forme, non si tratta solo del berlusconismo o dell’approccio padano. Nel campo del centro-sinistra prende vita una forma originaria di tale fenomeno. Quello che ci riguarda un po’ più da vicino è il cosiddetto “populismo di sinistra”.
RINA GAGLIARDI

 

LA RETROMARCIA DI ROMA. IL DECLINO DI UN MODELLO DEBOLE
Dalle polemiche sul candidato-sindaco all’analisi più approfondita sulle ragioni di lungo respiro della sconfitta della sinistra nella capitale, dove pure ha governato per quindici anni. Solo in apparenza la città che abbiamo nutrito e coltivato costruendo una amministrazione intelligente e nuova ci è sfuggita dalle mani. Più realisticamente, questa stessa città è scivolata lungo il piano inclinato della nostra presunzione.
SANDRO MEDICI

 

L’ACCELERAZIONE DELLA CRISI

IL GOVERNO PRODI E RIFONDAZIONE, LA “QUESTIONE GOVERNO” E LA SINISTRA RADICALE
Ragionare attorno al bilancio della brevissima esperienza di governo della sinistra radicale nella scorsa legislatura, affinché la discussione sia di qualche utilità, significa almeno porsi il problema di cosa sia oggi il governo nazionale, quale la sua funzione, quali le sue possibilità e i suoi limiti. È una discussione che peraltro avrebbe dovuto essere fatta o quantomeno iniziata ben prima che la sinistra approdasse all’infelice esperienza del governo Prodi.
ALFONSO GIANNI

 

IL SENTIERO TORTUOSO DELL’AUTORIFORMA DEL PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA
La sconfitta investe il campo largo dell’esistenza e della natura delle forze della sinistra Il Prc, la principale organizzazione di Sinistra-Arcobaleno, si interroga su se stesso. La ricerca dell’innovazione e l’autoriforma del partito si sono interrotte in qualche punto sotto i colpi di resistenze di diverso calibro.
PEPPE DE CRISTOFORO

 

IL VOTO, LA SOCIETÀ, I CONFLITTI, IL PARTITO. NOTE DOPO IL DILUVIO
All’indomani delle prime elezioni post repubblicane della storia d’Italia, dobbiamo ancorarci alla speranza e rimetterci a ragionare. Colpisce, nel dibattito interno a Rifondazione, la sottovalutazione delle dimensioni della sconfitta del 13 e 14 aprile. Ciò che il voto ha mostrato riguarda la rottura, forse definitiva, tra sinistra politica e le sue fasce sociali di riferimento.
MARCO ASSENNATO

 

LA “VITA INTERA”, UN NUOVO PARADIGMA PER LA POLITICA
Quali sono oggi i bisogni a cui la politica è chiamata a dare risposta? Quelli che si definiscono “oggettivi”, “strutturali”, legati alla globalizzazione economica e a un modello di sviluppo senza futuro, o quelli cosiddetti “soggettivi”, che sempre sorprendono la sinistra, perché esulano da un’idea di “materialità” che si è mutilata degli aspetti essenziali dell’umano? E dove sono finiti i desideri?
LEA MELANDRI

 

CRONACA DI UN PROCESSO UNITARIO: TRA AMBIZIONE E FALLIMENTO
La ricostruzione ragionata delle giornate che hanno preceduto la costituzione di Sinistra-Arcobaleno e di quelle che l’hanno accompagnata nella campagna elettorale. Un’esperienza non sempre positiva: burocrazia, dirigismo, insieme a partecipazione e tratti di spontaneismo sono gli estremi di questa esperienza.
WALTER DE CESARIS

 

EDITORIALI

L’ATTACCO ALLA CONTRATTAZIONE COLLETTIVA E LA NEGAZIONE DELL’AUTONOMIA SINDACALE
Da ormai oltre un decennio la dimensione della contrattazione collettiva solidale è stata progressivamente indebolita nella sua possibilità di contrastare i processi che hanno investito la condizione di lavoro. La difesa di questo istituto coincide con la salvaguardia di un’ipotesi di democrazia fondata sul valore del conflitto sociale.
TIZIANO RINALDINI

 

NÉ GRANDE COALIZIONE NÉ PAREGGIO. PER IL PD, L’OPPOSIZIONE RESTA UN MIRAGGIO
Proposta da illustri politologi dopo le elezioni del 2006, punto costante della campagna elettorale del 2008, quando si pensava a una ripetizione del risultato sostanzialmente paritario; prospettiva reale, anche se mai apertamente esplicitata del Partito democratico, la possibilità di costruire anche in Italia una “grande coalizione” è stata sconfitta.
RITANNA ARMENI

 

LA MUTAZIONE DEL REGIME POLITICO E L'ATTACCO ALLA COSTITUZIONE
Il discorso inaugurale di Gianfranco Fini come presidente della Camera ufficializza l’apertura di una stagione nuova della Repubblica. Dall’Italia costituzionale fondata sul lavoro si giunge a un Paese in cui il lavoro è comandato dalle logiche del capitale. La mutazione non improvvisata del quadro costituzionale e giuridico non lascia scampo alla sinistra.
GIANNI FERRARA

 

LA MODERNIZZAZIONE RESTAURATRICE DELLA NUOVA DESTRA
Qual è il carattere di novità rilevabile nelle ultime elezioni politiche in Italia? La scomparsa di una sinistra politica dichiarata dalla scena delle istituzioni nazionali, certo. Ma è questo dato leggibile fuori da una mutazione complessiva delle “forze in gioco” sul terreno dell’organizzazione della politica e non solo?
ANUBI D’AVOSSA LUSSURGIU

SCHEDE

IPERMARX
BIAGIO QUATTROCCHI

 

DOCUMENTI

CGIL, 24 GIUGNO 1964: SULLA POLITICA SALARIALE ED ECONOMICA
FIOM, 9 APRILE 1967: SUL CONTRATTO DEI METALLURGICI 

UNDICI TESI DOPO LO TSUNAMI
A CURA DEL CRS