N. 3 Settembre - Ottobre 2007

 


 

 

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LE CASEMATTE DEL LAVORO, L’UNICA RISPOSTA ALLA CRISI DELLA POLITICA.
 
La politica è oggetto di una nuova sofisticata aggressione: la borghesia che sta emergendo in Italia da una lunga crisi pensa ad una società senza politica. L’insidia è perciò molto grande e lo è tanto più quanto profonda è la crisi della politica che sta raggiungendo da noi un limite drammatico. Quel che è andato perduto è la possibilità capacità per larghi aggregati di consolidare un punto di vista unitario. La crisi della politica si impasta con la crisi della sinistra. Ma la rinascita della politica è legata indissolubilmente alla ricostruzione della politicità della questione lavoro.
FAUSTO BERTINOTTI

 

PRIMI APPUNTI SULLA BALENA BIANCA DEL “VELTRONISMO”.
Il Partito democratico che Walter Veltroni delinea nei suoi interventi e nei suoi libri è una formazione dichiaratamente neocentrista, che taglia in radice ogni nesso organico con la sinistra. Per quanto atteso, preparato e annunciato, questo è il reale passaggio storico al quale stiamo assistendo e che rischiamo di sottovalutare. Tale revisionismo estremo è per Veltroni il logico approdo della famosa svolta della Bolognina del Pci.

RINA GAGLIARDI

 

UN SINDACATO AUTONOMO ED EUROPEO. PROPRIO QUELLO CHE SERVE E CHE NON C’È.
O il sindacato di mercato, o il sindacato europeo. Questo è il dilemma che già si affacciava negli anni Novanta, dopo le grandi sconfitte del decennio della restaurazione e con il vento del neoliberismo in pieno dispiegamento. Questa è adesso la scelta che ci si pone e dalla quale non possiamo più sfuggire. Siamo a un bivio drammatico e storico, in questione è la natura di fondo dell’organizzazione sindacale: il suo ruolo, le sue finalità strategiche e soprattutto la sua autonomia.

GIANNI
RINALDINI

L’ARGOMENTO

IL SINDACATO “DAL BASSO” DEI MINATORI: UN CASO NEGLI STATI UNITI PRIMA DEL NEW DEAL.
L’esperienza delle prime forme di soggettività sindacale nell’America dei minatori dagli anni Venti, sino all’avvento della nuova politica roosveltiana. La descrizione delle prime vittorie ma anche della repressione attraverso le interviste ad alcuni dei protagonisti di quel periodo.

SANDRO PORTELLI

 

BANLIEUES, LE PERIFERIE DELLA CITTADINANZA E DELLA POLITICA.
Una riflessione intorno alle ragioni che hanno “infiammato” le periferie parigine. La crisi della vecchia periferia operaia e la costituzione dei nuovi immensi e degradati quartieri dell’esilio urbano. Storie di marginalità e di tensioni esistenziali profonde, ma anche il tentativo di riprendersi il proprio “presente” attraverso la violenza della rivolta.

GUIDO CALDIRON

 

ACERRA, RIFIUTI E BUSINESS. UN ESEMPIO DI DIFFIDENZA VERSO LA POLITICA.
La politica quando tocca gli affari sui rifiuti sembra non avere più perimetri e confini. Centro destra e centro sinistra si uniformano nei discorsi, nelle scelte, nelle politiche non riuscendo più a distinguere le sedimentazioni dei provvedimenti. Acerra diviene così l’emblema di un territorio rigoglioso di energia contro il malaffare ma profondamente diffidente verso i meccanismi di potere. Un luogo da cui ripartire per comprendere non solo il mezzogiorno ma l’intera Italia.

ROBERTO SAVIANO

 

I PORTUALI DI SHENZHEN E GLI HACKERS INFORMATICI. I CONFLITTI MADE IN CHINA.
La crescita economica cinese definisce una nuova spazialità geografica della valorizzazione del capitale, in cui la costituzione delle zone economiche speciali in Cina diventa di per sé un processo “mondiale” minando sia le forme di altri mercati del lavoro sindacalizzati sia la gerarchia della divisione internazionale del lavoro. I portuali di Shenzhen e hackers cinesi rappresentano il limite di questo sviluppo e la sua dipendenza dal lavoro vivo, che resta, con la sua geografia, il motore della contraddizione cinese.

OSCAR MARCHISIO

 

L’AMARO CALICE DELLA RICCHEZZA.
La disuguaglianza del reddito e della ricchezza non rappresenta più, a differenza del passato, l’elemento centrale del conflitto alto-basso. Eppure in Italia, si riscontrano peggioramenti significativi nelle misure di equità e, al suo interno andamenti diseguali per classi di lavoratori. Sindacato e politica sembrano avere abbandonato l’obiettivo “redistributivo”, a giudicare dalla moderazione contrattuale e dalla continua diminuzione della progressività nel fisco. Il livello della diseguaglianza tollerata cresce, e l’innovazione finanziaria depotenzia il conflitto, ma il tema sembra destinato a recuperare la sua centralità.

LUCA BONACCORSI

SAGGI

LE RADICI MATERIALI DI UN NUOVO AUTORITARISMO.
Finanziarizzazione e globalizzazione dell’economia svuotano l’agenda delle istituzioni democratiche. In questo quadro le nazioni sono costrette a adottare politiche che fanno della necessità della competizione una guerra di sopravvivenza, che, di fatto, diventa un vincolo superiore rispetto alle possibilità di scelta della politica.
FRANCESCO GARIBALDO

 

COSTITUZIONI E TRATTATI. COME SI È RIDISEGNATO IL MONDO DEL CAPITALE.
La svolta nella storia della seconda parte del secolo scorso si ebbe con gli accordi di Bretton Woods le cui istituzioni resistettero allo smantellamento del sistema per il quale erano state costituite e si adeguarono brillantemente alla liberalizzazione dei capitali. Da quel momento in poi è stato un fiorire di organizzazioni internazionali e di istituzioni sovranazionali. Gli effetti delle politiche liberiste praticate dall’Fmi, Banca Mondiale e dal Wto sono stati devastanti. Se il potere sovrano si è librato sopra gli Stati questi restano come condizionatori delle normative decise nelle sedi più lontane da quelle dove vive il demos.

GIANNI FERRARA

 

IL “NUOVO” CAPITALISMO E IL RITORNO DELL’INSTABILITÀ FINANZIARIA.
Nelle giornate più dure della crisi finanziaria dei subprime alcuni insospettabili analisti hanno ripreso a discutere nientemeno che delle teorie del keynesiano eterodosso Minsky. Qui si ripercorre la teoria minskiana della formazione ciclica della crisi nei mercati finanziari assumendo però la centralità dei nuovi soggetti che definiscono l’“accesso di massa” alla Borsa: famiglie, individui, consumatori sempre più indebitati. La debolezza delle politiche economiche italiane di fronte all’instabilità dei mercati finanziari globali.

RICCARDO BELLOFIORE, JOSEPH HALEVI

 

LUCI D’INVERNO SULLA PRIMAVERA CONCILIARE. MA IL MONDO CATTOLICO RESTA COMPLESSO.
Di fronte ai timori di un’ulteriore normalizzazione del Concilio e di invadenza clericale serve un atteggiamento sapiente che relativizzi i vertici ecclesiali e i loro equilibri guardando ai movimenti reali che si realizzano nella società e nel mondo globalizzati. Da qui una laicità che non contribuisca alla ricostruzione di arcaici steccati quanto piuttosto a gettare le basi di una cittadinanza democratica condivisa tra credenti, non credenti e diversamente credenti.
DOMENICO JERVOLINO

 

LA SINISTRA DEVE RICOMINCIARE DA CAPO. PER ESEMPIO DALLA CATEGORIA DI EGEMONIA.
Dobbiamo una riconoscenza infinita a Gramsci: perché nel momento della sconfitta ha compiuto il massimo sforzo per oggettivare la disfatta. La questione dell’egemonia è parte centrale di questa ricerca. A noi che viviamo nel tempo della vittoria globale del modello economico capitalistico spetterebbe un compito analogo. Non c’è possibilità di pensiero politico se non si parte dalla pratica politica di base.
ALDO TORTORELLA

LETTERE DALL’EUROPA

L’AGENDA DELLA SINISTRA DEL VECCHIO CONTINENTE DEVE FARE I CONTI CON LA FINE DI UN CICLO.
La tendenza che sembra prevalere in Europa è la trasformazione della tradizionale socialdemocrazia in forze politiche liberali, umanizzanti del capitalismo dominante. Il problema è ben visibile nel cosiddetto nuovo Labour britannico, nella Germania della Grande coalizione e nella Francia di Sègoléne Royal e finanche nella Spagna di Zapatero. Ne consegue che è storicamente urgente avviare il processo di costruzione di un soggetto politico unitario della sinistra alternativa. Tutte le difficoltà che ci stanno di fronte.

MANOLO MONEREO da Madrid

NOTE E COMMENTI

NON C’È ACQUA DA PERDERE (A INIZIARE DALL’ITALIA). I CONTENUTI DI UN MOVIMENTO GLOBALE.
I Beni comuni, la loro mercificazione, le privatizzazioni dei servizi essenziali sono all’apparenza sulla bocca di tutti ma rischiano di diventare solo un linguaggio. Il movimento dell’acqua ha lavorato bene in tutte le sue componenti ma oggi chiede risultati politici: moratoria e legge d’iniziativa popolare.

EMILIO MOLINARI

 

LA BIODIVERSITÀ SARÀ UCCISA DAGLI OGM. LE BUONE RAGIONI DI UN ALLARME.
Sugli organismi geneticamente modificati, almeno in Italia, la società civile ha deciso di rinunciare ad un atteggiamento passivo. Fino al 15 novembre è in atto una consultazione della coalizione Italia Europa-Liberi da Ogm. La biodiversità è libertà di scelta, libertà di progredire nel modo che si vuole. Garantiamoci perciò anche la libertà di cosa mangiare.

CARLO PETRINI

 

“PERCHÉ MI SUICIDO”. LE VITTIME DEL LAVORO PARCELLIZZATO NELLE FABBRICHE FRANCESI.
Stime quantitative del servizio medico ispettivo della bassa Normandia ci dicono che in Francia egli ultimi anni il numero dei suicidi dei lavoratori oscilla tra 300 e 400. Un’analisi approfondita delle cause di questi gesti estremi e della tipologia di chi si toglie la vita.
EMILIO REBECCHI

INTERVISTE

NICOLA FRANTOIANNI
DAI GIOVANI COMUNISTI ALL’OPERAZIONE VENDOLA. UNO DELLA GENERAZIONE DI GENOVA

di SANDRO PORTELLI

 

NICOLA CIPOLLA
L’ANTIFASCISMO E LA MAFIA, LA SICILIA DI LICAUSI E LA TORRE. UN PROTAGONISTA DI SETTE DECENNI RACCONTA

di ANUBI D’AVOSSA LUSSURGIU

RECENSIONI

LA CRITICA DELLO STATO NAZIONE NEL “MANIFESTO DI VENTOTENE”
FRANCO RUSSO

SCHEDE

I MOVIMENTI SOCIALI E IL CONFLITTO GENERALIZZATO
EMILIANO BEVILACQUA

 

PAUL RICOEUR UNA FILOSOFIA SULL’AGIRE UMANO
DOMENICO JERVOLINO

 

UN FUTURO DA MEGALOPOLI PER IL PIANETA DEGLI SLUM
BIAGIO QUATTROCCHI

 

DA EPINAY ALL’ELISEO, IL CAPOLAVORO DI MITTERRAND
ALDO GARZIA

 

LA GUERRA CLIMATICA, UN NUOVO CAMPO DI BATTAGLIA
ALDO MECCARIELLO

 

PSICANALISI ED ETICA SENZA MORALISMO
dj

DOCUMENTI

QUEL CAPITALISMO ITALIANO ALL’INIZIO DEGLI ANNI SESSANTA.
La relazione di Bruno Trentin al convegno su “Tendenze del capitalismo italiano” del 1962.

BRUNO TRENTIN